Campagne pubblicitarie


Sta in questi giorni circolando una campagna a base di cartelloni come il seguente:




Il cittadino distratto, visto il cartellone, potrebbe immaginare molti modi in cui un topolino bianco salva la vita di una bambina. Anzi, su questo tema si potrebbe imbastire un concorso letterario, invitando i partecipanti a inventare una storia con protagonisti il topolino e la bambina, sul salvataggio di quest'ultima da parte del primo. L'unica storia che la giuria dovrebbe bocciare a priori per il suo carattere inverosimile e pretestuoso sarebbe quella in cui il topolino “salva” la bambina fungendo, senza saperlo e soprattutto senza volerlo, da... “modello” di qualche malattia umana in qualche laboratorio. Ahimè, è proprio questo che è stato commissionato ai “creativi” (si chiamano così anche quando non sono particolarmente brillanti) che hanno progettato la suddetta campagna.


Comunque, in questi tempi di internet, una campagna pubblicitaria infelice rischia di essere sommersa dal ridicolo, per mezzo di rifacimenti satirici praticamente istantanei. Ricordate la famosa contro-campagna in cui si ironizzava sulla promessa elettorale di un noto uomo politico che prometteva “Meno tasse per tutti”, e in cui questo slogan era tramutato in “Meno tasse per Totti”, “Meno tosse per tutti”, e si toccava il sublime con “Meno tasse per Titti” affiancato all'immagine del famoso canarino che rispondeva “Glazie!”? Ebbene, anche la suddetta campagna pro-vivisezione ha già trovato i suoi rovesciamenti.


Detto questo, non ce la sentiamo di dare consigli ai “creativi” in questione: quale compito più ingrato e per sua natura insolubile che presentare in una luce positiva la vivisezione? Un'attività, per non dire altro, sulla quale una delle più autorevoli revisioni della letteratura, pubblicata sul British Medical Journal nel 2004, ha auspicato esplicitamente una moratoria: «Idealmente nuovi studi su animali non dovrebbero essere intrapresi finché non si sia fatto il miglior uso degli studi su animali già esistenti, e finché la loro validità e generalizzabilità alla medicina clinica non sia stata valutata». Purtroppo non viviamo in un mondo ideale, e ci si può guadagnare da vivere anche sostenendo e “pubblicizzando” tesi insostenibili.


Riproduciamo di seguito qualcuno dei rifacimenti che stanno circolando. Avvertiamo però che i riferimenti alle associazioni, compreso quello alla nostra Fondazione, sono solo un omaggio reso dagli autori di queste caricature, di cui, per quanto ci riguarda, non siamo nemmeno in grado di congetturare la paternità.
















Inserito: 12 aprile 2012

Fondazione Hans Ruesch per una Medicina senza Vivisezione

www.hansruesch.net