A proposito di “Uomini e topi”:

una diffida (con replica)

(a cura di Marco Mamone Capria)



Introduzione 1

DOCUMENTO 1 5

DOCUMENTO 2 7



Introduzione

Il 22 ottobre 2004 Report, la straordinaria trasmissione di inchiesta di Rai3 coordinata da Milena Gabanelli, presentò quella che io considero una pietra miliare sulla vivisezione da un punto di vista giornalistico. Direi che niente né prima né, ahimè, dopo le si può paragonare per profondità, schiettezza, valore documentario e capacità di costruire un confronto tra sostenitori e avversari della vivisezione. Quando 3 anni dopo la citai in occasione di una serata in memoria di Hans Ruesch, sottolineai tra l'altro che quella puntata aveva messo in evidenza comportamenti che si potevano qualificare come veri e propri reati, avvenuti in strutture con sede a Roma: l’ospedale Agostino Gemelli e l’Istituto Superiore di Sanità.


L'accento lo ponevo non tanto sulla illegalità dei vivisettori, perché praticamente fin dall'inizio del mio interesse attivo per questa problematica, e cioè da una quindicina d'anni, mi è stato chiaro che la vivisezione vive di illegalità, da quelle formali a quelle sostanziali. La prova più lampante è l'omissione di atti d'ufficio ai danni della legge 413 del 1993, quella che regolamenta il diritto all'obiezione di coscienza in materia di vivisezione, reato di omissione perpetrato continuativamente per almeno un decennio da molte università italiane senza che nessun docente, giurista o bioetico che fosse, sentisse il dovere di denunciarlo e/o porvi rimedio.


Ciò che mi premeva sottolineare in quell'occasione era soprattutto l'inerzia delle associazioni animaliste, che, davanti all'offerta di una documentazione televisiva così accurata, avevano voltato le spalle e non avevano presentato alcun esposto né, tanto meno, sporto denunce. In realtà più che “inerzia” il termine giusto, alla luce di quanto emerso nel dialogo con Ruesch pubblicato ne La medicina smascherata nel 2005, è probabilmente “collusione”: nel senso di un gioco delle parti in cui gli animalisti “istituzionali” (a differenza di quelli di base, ben altrimenti pugnaci) stanno attenti a non entrare in un conflitto troppo aspro con i loro “nemici”, un po' come i Bambini Sperduti con gli Indiani nel Peter Pan di Walt Disney. Perché ciò avvenga si può solo congetturare: penso però che ci siano pochi dubbi che sia così.


Una prova indiretta di ciò è che la prima volta che mi è accaduto di ricevere un commento o una replica su quanto da me detto e pubblicato nel 2007 è stata un paio di settimane fa, quando uno dei protagonisti “suo malgrado” della puntata, il dott. Rodolfo Lorenzini, direttore del Servizio biologico e per la gestione della sperimentazione animale” dell'ISS, e in particolare responsabile del benessere animale, mi ha mandato una lettera di diffida (Documento 1) a causa dei commenti negativi sul suo operato da me fatti a partire da quanto emerso nella suddetta puntata. Nonostante i fatti su cui verte la controversia siano tutt'altro che gradevoli, è importante ricordarli, se non altro perché probabilmente episodi simili non sono isolati e, qui come in altri casi, il primo passo per evitare che si ripetano è l’accertamento della verità su ciò che è avvenuto.



Di che si tratta

Nella mia replica (Documento 2) il lettore troverà ampie citazioni dalla puntata di Report, per cui qui mi limito a un riassunto di quanto emerso a proposito di Lorenzini.


Nel 2004 nello stabulario dell'Istituto Superiore di Sanità sono recluse anche scimmie, e in particolare la cosiddetta Macaca fascicularis, o cynomolgus, tra i primati più utilizzati nei laboratori di vivisezione. Ne riproduco una fotografia tratta dalla voce corrispondente di Wikipedia, versione inglese (http://en.wikipedia.org/wiki/Crab-eating_macaque, dove si trovano molte più informazioni che nella voce italiana).



I giornalisti di Report hanno riportato testimonianze di veterinari dell'ISS secondo cui queste

scimmie erano tenute in gabbie troppo piccole per le loro dimensioni, e che la loro condizione di stress era così acuta che mettevano in atto comportamenti autolesionistici, arrivando a strapparsi «brandelli di carne» che il personale addetto allo stabulario era ormai abituato a «ricucire». Come ha giustamente sottolineato Report, lo stress è non solo una crudeltà per gli animali che lo subiscono, ma anche un fattore di inaffidabilità per gli stessi risultati sperimentali.


A parte queste testimonianze, rese sotto anonimato, era venuta fuori una lettera, firmata da Lorenzini stesso, in cui si parlava del fenomeno dell'«automutilazione» tra le scimmie dello stabulario, e l'indicazione che vi veniva data per risolvere il problema di scimmie troppo grandi per le gabbie disponibili, non era di acquistare nuove gabbie, più adeguate. Era di uccidere le scimmie “troppo grandi”. Non nego l’ascendenza “nobile” di questo approccio: penso che Procuste, se l'avessero trasferito dalla mitologia greca all'ISS, avrebbe dato lo stesso consiglio.


Confrontato dai giornalisti sulla questione delle dimensioni delle gabbie, Lorenzini si diffondeva in un paragone con la normativa che regolamenta l'ospitalità domestica a esseri umani -- paragone che è sembrato a molti un tentativo di divagare, per giunta di cattivo gusto.


Inoltre, cosa che a me sembra particolarmente significativa, Lorenzini diceva, con affettata e quasi irridente sicurezza, che «Il cinomolgo non cresce più di due chili e mezzo, due chili e 7». Ora, i maligni diranno che in Italia non sono rare le nomine a posti di responsabilità in cui l’incompetenza è stata non una controindicazione ma un requisito. Tuttavia sarebbe un insulto gratuito insinuare che questo sia il caso di Lorenzini. Preferisco invece pensare che anche al momento dell’intervista egli sapesse che il cynomolgus maschio pesa 5-9 chili, e la femmina, che è più piccola, 3-6 chili. In altre parole, l’ipotesi che considero più probabile è che Lorenzini, nella sua ansia di scrollarsi di dosso le pesanti accuse di cattiva amministrazione e di crudeltà verso gli animali (accuse con evidenti risvolti penali), abbia fatto ingiustizia alla propria rispettabilità scientifica. Ma un’ansia che porta un ricercatore a commettere un simile strafalcione va considerata come un fortissimo indizio di cattiva coscienza.


Messo poi davanti alla lettera a sua firma, Lorenzini non negava che l'avesse scritta lui, ma suggeriva che per capirne il vero significato bisognava sapere a quale altra lettera essa rispondeva. Ora, non intendo discutere la questione generale di quanto giovi all'intelligenza di una lettera la possibilità di consultare la corrispondenza che l'ha preceduta: tuttavia ciò che vale, in una certa misura, per l'interpretazione dell'epistolario di un poeta di sicuro non vale per comunicazioni di servizio di un dirigente di un'istituzione pubblica. Qualunque fosse il contenuto della lettera precedente (che i giornalisti di Report, pur avendone fatto formalmente domanda, non sono mai riusciti a consultare), la lettera mostrata a tutti i telespettatori da Report parlava di «spiccata tendenza alla automutilazione», e conteneva l’indicazione che le scimmie che avevano raggiunto «pesi corporei di gran lunga superiori a quelli consentiti» venissero soppresse. Poiché, ripeto, Lorenzini non ha negato ai giornalisti che la lettera fosse sua, non mi è chiaro quali allegazioni di falsità egli volesse e voglia tuttora avanzare. Sicuramente la parola «automutilazione» c’era, e il fatto che egli negasse di vederla è un altro inquietante sintomo di rimozione di fatti sgraditi.


Infine, quello che appare in maniera chiarissima dalle interviste di Report, è la discrepanza tra le assicurazioni di trasparenza di Lorenzini e il suo operato: perché quell’accesso allo stabulario, che avrebbe potuto dissipare i dubbi sul benessere degli animali ivi internati, Lorenzini l’ha sì promesso ai giornalisti -- anzi, l’ha promesso spavaldamente: ma poi, al dunque, non l’ha accordato.


Che cosa è successo dopo

Lorenzini occupa ancora, sette anni dopo, il posto che occupava nel 2004 -- il che costringe a concludere che la sua performance televisiva non abbia creato particolare imbarazzo tra i suoi colleghi all'ISS. È una conclusione rassicurante per chi ha una buona opinione di questo istituto e in particolare dell’attenzione che dovrebbe avere al benessere animale?


Tornando al ruolo delle associazioni animaliste, e in primis della “romana” LAV (leggi: “Lega Anti Vivisezione”), non ti sembra, Lettore, che di fronte a un quadro preoccupante sotto tutti i punti di vista come quello descritto da Report, avrebbero dovuto chiedere l’apertura immediata di un’inchiesta? Perché non l’hanno fatto? Mi piacerebbe ospitare una risposta ufficiale a questa domanda, che non sono certo il solo ad essermi posto.


È quasi comico constatare che a sporgere la sola denuncia sembra sia stato... lo stesso Lorenzini, anche se nella sua lettera di diffida, come si vedrà, questo non è detto esplicitamente. Ciò si desume dall’unica presa di posizione ufficiale che mi risulti nel mondo politico: quella che c’è stata il 9 febbraio 2005 quando il senatore Claudio Azzolini, di Forza Italia, ha presentato alla Camera dei Deputati un’interrogazione all’allora ministro della salute Girolamo Sirchia, sulle Condizioni degli animali negli stabulari dell'Istituto superiore di sanità - n. 3-04185”. Riporto il passo rilevante del resoconto stenografico del breve scambio intervenuto tra lui e il ministro, alla fine del quale Azzolini si è dichiarato «soddisfatto»:


[SIRCHIA] [...] Per quanto riguarda le interviste alle persone che in passato hanno prestato la propria opera presso l'istituto e che hanno fatto riferimento all'operato del dottor Lorenzini, riferendo anche episodi di maltrattamento degli animali, si fa presente che lo stesso dottor Lorenzini ha presentato una circostanziata denuncia all'autorità giudiziaria, contestando l'autenticità della documentazione illustrata nel corso della trasmissione televisiva. Il dottor Lorenzini ha, altresì, denunciato all'autorità giudiziaria la falsità di tutte le argomentazioni che riguardavano eventi negativi occorsi nel servizio sotto la sua direzione.


Ovviamente resto a disposizione per pubblicare su questo sito gli esiti dell'inchiesta dell'autorità giudiziaria che avrebbe fatto seguito alla «circostanziata denuncia» presentata da Lorenzini. Immagino che se un'inchiesta c'è stata, questa sia riuscita come minimo a identificare le «persone che in passato hano prestato la propria opera presso l'istituto» e che, secondo Lorenzini, avrebbero dichiarato il falso.


Certo, lascia perplesso che qualcuno possa avere «denunciato all'autorità giudiziaria la falsità di tutte le argomentazioni che riguardavano eventi negativi occorsi nel servizio sotto la sua [di Lorenzini] direzione»: se un’argomentazione è falsa, non occorre “denunciarla all’autorità giudiziaria”, basta dimostrarlo. Da denunciare sarebbero state, piuttosto, le persone che avrebbero inventato le accuse. Purtroppo per il buon nome dell'ISS e per le povere scimmie, tali accuse, come abbiamo visto e come ribadisco nel Documento 2, hanno tutte la squallida apparenza dell'autenticità.


Conclusione (provvisoria)

Benché non abbia trovato ragione di modificare quanto da me detto nel mio discorso in memoria di Hans Ruesch, che anzi, ho confermato e rafforzato sia in questa introduzione sia nella mia replica a Lorenzini, devo tuttavia ringraziare quest’ultimo per aver preso sul serio quanto da me messo in evidenza. Almeno lui si è reso conto della gravità delle accuse emerse dalla puntata di Report.


Ciò detto, ho sempre pensato che la lotta contro la vivisezione non ha bisogno di esagerazioni, e tanto meno di calunnie: per usare una frase che piaceva a Ruesch, trattando di vivisezione ogni esagerazione è superflua -- ed è superflua perché è impossibile. Pertanto non temo nulla da un accertamento il più possibile scrupoloso della verità sulle pratiche tenute all’ISS in materia di benessere animale -- incluso il barbaro uso di amputare le dita dei topi a scopo di identificazione denunciato, stavolta a viso scoperto, da un altro ricercatore (Antonio Sciortino) nella stessa puntata di Report. Spero anzi che la documentazione e le argomentazioni qui presentate possano servire a una riapertura del caso, con i necessari aggiornamenti.



Marco Mamone Capria



30 dicembre 2011




DOCUMENTO 1



----- Original Message -----
From: ***
To: info@hansruesch.net
Sent: Mon, 12 Dec 2011 17:16:23 +0100
Subject: Articolo del dott.Marco Maimone Capria


In considerazione di quanto appare sul vostro sito, di cui vengo ora a conoscenza in internet:

 

Marco Mamone Capria

 

A  che punto siamo nella lotta contro la vivisezione?

 Milano, 16 novembre 2007

 

Omissis...

Ora, la ragione per cui sto citando la puntata di Report – di cui consiglio vivamente la visione a tutti coloro che vogliono capire chi sono e come agiscono i nostri avversari – è che in essa, tra le altre cose, vengono presentate le prove di reati commessi da alcuni vivisettori: reati ai sensi della normativa attualmente in vigore, cioè del D.Lgs 116 del 1992. I casi più sfacciati sono quelli del professor Aurelio Picciocchi, e del dottor Rodolfo Lorenzini. Picciocchi all’ospedale Gemelli di Roma faceva esperimenti didattici su maiali anche se li avrebbe potuti benissimo evitare, come dimostrato dalla testimonianza che altrove c’erano docenti che nella didattica chirurgica usavano sistemi inanimati al posto di animali vivi. Lorenzini, responsabile dello stabulario dell’Istituto Superiore di Sanità, arrivava a far finta, sotto la cinepresa, di non riuscire a leggere frasi da lui stesso scritte su casi di automutilazione verificatisi tra le scimmie dell’Istituto, e a proposito delle condizioni in cui queste erano tenute veniva smentito da due veterinari dell’ISS, uno dei quali affermava a chiare lettere: «Gli animali vengono tenuti in gabbie non adeguate alle dimensioni degli animali stessi».

Omissis... 

 

 

Con riferimento a quanto da voi riportato circa le mie dichiarazioni alla trasmissione Report, vi faccio presente che una indagine condotta dai Carabinieri dei NAS ha consentito, fin da allora,di ritrovare i documenti originali citati dalle giornaliste di Report nella trasmissione.

 

Questi documenti ritrovati, redatti giornalmente dal veterinario allora responsabile del benessere degli animali in questione, provano inconfutabilmente che quanto sostenuto dalle giornaliste di Report e dal cosiddetto "veterinario", che in trasmissione viene intervistato in incognito, è falso e privo di alcun fondamento.

 

Vi prego pertanto di pubblicare questa mia smentita ed eliminare dal vostro sito ogni riferimento diffamatorio della mia attività di tutela del benessere degli animali, che si estrinseca in vari settori e con palesi e tangibili risultati raggiunti in favore degli animali. In caso contrario mi vedrò costretto ad adire le vie legali nei vostri confronti  e nei confronti dell'autore dell'articolo diffamatorio il dottor Marco Maimone Capria.

 

Vi faccio soltanto presente che, proprio grazie alla azione incisiva svolta in ambito istituzionale sul sistema sperimentale nazionale, dal servizio di cui ero responsabile , l'Italia è stato l'unico paese europeo a raggiungere l'obiettivo di ridurre del 50% il numero degli animali in sperimentazione.

 

rodolfo lorenzini



DOCUMENTO 2


21 dicembre 2011





Dottor Lorenzini,


le rispondo come autore dell’articolo e come presidente della Fondazione Hans Ruesch per una Medicina senza Vivisezione.


Le faccio innanzitutto notare che quanto da me asserito è una descrizione di quello che chiunque può verificare prendendo visione del video di Report a cui mi riferisco -- video che, insieme alla sua trascrizione, è facilmente accessibile sul sito di questa trasmissione:


http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-ca58642d-40f8-4ca5-8f78-243b5c2be9ce.html


Le riporto i passi della trascrizione ai quali mi riferivo (con alcune piccole correzioni rispetto a quella presente sul sito di Report, per maggiore fedeltà):


«VETERINARIO ISS
Io ho lavorato allo stabulario primati non umani della virologia dell’Istituto Superiore di Sanità, e gli animali vengono tenuti in gabbie che non sono adeguate alle dimensioni degli animali stessi.

RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Io ho fatto il permesso di soggiorno per due persone che vivono a casa mia, due rumeni, e la legge prevede che abbiano per dormire bisogno di 14 metri quadrati a testa. E fortunatamente io sono in grado di mettere a disposizione 14 metri quadrati a testa. Queste scimmie vivono nelle condizioni che sono previste dalla legge: cioè quindi vivono in questi spazi, ci sono delle fabbriche che producono delle gabbie per scimmie, e queste scimmie vivono lì, ed è così in tutto il mondo.

VETERINARIO ISS
Essendo macaca fascicularis sono animali che arrivano anche a 10 chili di peso.

RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Il cinomolgo non cresce più di due chili e mezzo, due chili e 7.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
La specie di scimmia di cui stiamo parlando normalmente arriva anche a 8 chili.

VETERINARIO ISS
Era una regola del servizio di qualità e benessere della sperimentazione animale far sacrificare gli animali che secondo loro diventavano troppo grandi per le gabbie. [...]

VETERINARIA ISS
Ho visto scimmie con gravi turbe psichiche, girano nella gabbia, si mordono a sangue, e le ho viste automutilarsi, cioè staccarsi proprio brandelli di carne! Ho visto veterinari che entravano a ricucire gli animali, un giorno si e uno no.

RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
L’automutilazione è un fenomeno segnalato come elemento di stress che noi fortunatamente non abbiamo mai avuto. Noi non abbiamo mai avuto casi di automutilazione.

AUTRICE
Ma questo foglio dove c’è scritto “automutilazione” l’ha firmato lei!

RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Sì, vede, in questa lettera rispondo ad una lettera. Eh, vorrei... se lei mi fa vedere la lettera a cui rispondo siamo più precisi. Comunque qui non c’è scritto né che ci sono mutilazioni né che ci sono pesi corporei che inducono all’uccisione degli animali.

AUTRICE
No, qui c’è scritto! Lo vede anche il dottor Lorenzini e non si capisce perché neghi. Per quel che riguarda la lettera precedente l’abbiamo richiesta all’istituto ma nessuno ce l’ha data. [...]

Però ieri ci è arrivata una lettera da uno studio legale, con la quale si diffida dal trasmettere i documenti mostrati al dottor Lorenzini perché sono risultati falsi. Questi documenti ci sono stati forniti dal veterinario che lavorava all’Istituto.

AUTRICE
Senta qua il professor Lorenzini dice che è un falso?

VETERINARIO ISS
Non è vero, questa lettera è vera, io ho visto gli originali e mi è stata consegnata per fotocopia e si parla di sacrificare degli animali per la comparsa di problemi comportamentali, in particolare la spiccata tendenza alla mutilazione, e per il raggiungimento di pesi corporei di gran lunga superiori a quelli consentiti. Ed è firmata dal dottor Rodolfo Lorenzini, il direttore del servizio qualità e sicurezza della sperimentazione animale.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Le indagini sono in corso, a noi invece per quel che succede nei laboratori non resta che credere a tutti sulla parola.»


Ecco il fotogramma che mostra, al di là di ogni dubbio, che la lettera che le fu mostrata dalla giornalista, vera o falsa che sia, conteneva la parola «automutilazione»:






Dal passo citato della trascrizione si desume che quanto da me scritto è una corretta, anche se sintetica, descrizione di quanto ognuno può verificare prendendo visione del video o leggendone la trascrizione. È vero che, in più, qualifico “reato” quello che come minimo appare come un caso di omissione di atti d’ufficio (come la mancata messa a disposizione delle scimmie di gabbie adeguate alle loro dimensioni). Tale resta la mia opinione, e confermo che considero deplorevole che nessuna associazione animalista o di protezione degli animali abbia utilizzato quanto presentato da Report come base per esposti o denunce.


Sarebbe stato meglio, naturalmente, se i due veterinari anonimi fossero usciti allo scoperto, ma mentre le ragioni per cui ciò non è avvenuto sono facilmente immaginabili, è estremamente inverosimile che si siano inventati tutto di sana pianta, come lei invece sostiene in questa lettera («[...] è falso e privo di alcun fondamento»). Ovviamente questo lo dico non sulla base di una certezza giudiziaria, che è impossibile visto che non si è svolto alcun processo, ma in base a una certezza morale, il che rientra in quel diritto all’espressione delle proprie opinioni che è tutelato dall’art. 21 della Costituzione.


Inoltre, non solo le associazioni animaliste non hanno adito le vie legali, ma a quanto mi risulta nemmeno lei ha sporto querela contro Report, e in ogni caso (questo è verificabile da chiunque) la redazione di Report non ha mai pubblicato alcuna rettifica di quanto è pubblicamente accessibile, sul sito, da ben SETTE ANNI, ed è stato visionato, credo di poter dire, da milioni di persone.


Lasciando da parte la rilevanza giudiziaria di quanto da lei fatto nell’esercizio delle sue funzioni, rimangono però almeno due quesiti.


1) In primo luogo ci si deve chiedere se si addica alla dignità di un dirigente di un ente pubblico fare a giornalisti della RAI promesse di trasparenza che poi non vengono mantenute:


«RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Le scimmie le potete vedere attraverso, vi dovete scafandrare, dovete tornare, anche con le telecamere, per quanto mi riguarda non c’è nessun problema. Io parto da un concetto di trasparenza, io non sto parlando con lei, io sto parlando con i telespettatori che stanno dietro lo schermo. Noi siamo l’Istituto Superiore di Sanità, viviamo con soldi pubblici e abbiamo un lavoro che in settant’anni è sotto gli occhi del mondo, quindi non abbiamo nulla da nascondere.

AUTRICE
Ma poi alla fine l’autorizzazione non arriva e le scimmie non riusciamo a vederle. Come gli esperimenti sui maiali al policlinico. Ma perché? [...]

RODOLFO LORENZINI - direttore Gestione sperimentazione ISS
Sentite noi domattina se rispettiamo le procedure entriamo nello stabulario con la telecamera e voi registrate tutte le anomalie che volete. Mi impegno qui davanti ai telespettatori a farvi entrare dentro lo stabulario.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Il dottor Lorenzini promette sempre di farci entrare ma poi le autorizzazioni non arrivano mai.»


Se non c’era niente di anomalo nella maniera in cui all’ISS i primati sono tenuti, come mai non ha permesso ai giornalisti di effettuare le riprese?


2) Nell’intervista di Report lei ha commesso un’inesattezza molto grave a proposito del peso del cynomolgus. In effetti il peso massimo del cynomolgus secondo quanto da lei detto arriverebbe solo a 2,5-2,7 kg, ma non bisogna essere un primatologo per sapere che le cose stanno ben diversamente, come del resto messo in evidenza anche dalla giornalista. Una semplice visita su Wikipedia dà ragione a quello che lei chiama sprezzantemente il «cosiddetto “veterinario”», e mostra che questo “massimo” è in realtà.... un minimo: «Males are considerably larger than females, weighing 5-9 kilograms (11-20 lb) compared to the 3–6 kg (7-13 lb) of female individuals» (http://en.wikipedia.org/wiki/Crab-eating_macaque).


È possibile che all’epoca dell’intervista lei, in qualità di direttore del servizio di qualità e sicurezza della sperimentazione animale dell’ISS, non lo sapesse? Non oso crederlo. Ma se invece lei lo sapeva, perché ha mentito agli intervistatori e ai telespettatori? Un’altra allucinazione, dopo quella che le avrebbe impedito di leggere la frase sul foglio che gli intervistatori le avevano messo a un palmo dal naso? E quanto ai veterinari, che secondo lei avrebbero dichiarato il falso, perché non ha sporto denuncia contro ignoti?


In breve, il quadro che emerge dalle sue affermazioni e dal suo comportamento nel corso della puntata di Report è preoccupante per chiunque abbia a cuore non dico il benessere degli animali da laboratorio, ma anche soltanto la correttezza metodologica e giuridica della sperimentazione che si svolge all’ISS -- e in realtà in tutta Italia, dato il ruolo consultivo dell’ISS per tutta la sperimentazione animale che si svolge in Italia. Che non le sia stato chiesto conto dai suoi colleghi e dal ministero della pessima figura che ha fatto fare all’ISS suggerisce che ci sono responsabilità diffuse, e conferma l’omertà che circonda la vivisezione in Italia come in tutto il mondo.


In ogni caso, se lei ha documenti che dimostrino che i veterinari intervistati da Report hanno mentito, sono disposto a inserirli sul sito della Fondazione. Altrimenti mi limiterò ad inserirvi la sua lettera di diffida, insieme a questa mia replica, a beneficio del diritto di replica e del diritto di informazione, e sperando che qualcuno si decida una buona volta a fare piena luce sulle vicende toccate nei brani citati della puntata di Report e che hanno gettato nuovi gravi sospetti -- di natura giuridica, etica e metodologica -- sull’intera prassi della sperimentazione animale in Italia.


Marco Mamone Capria



P.S. Quanto all’ultima parte, quella in cui si attribuisce il merito della riduzione del 50% degli animali utilizzati, non si capisce a quale riduzione si riferisce. Dagli ultimi dati resi noti risulta che nel triennio 2004-2006 gli animali utilizzati nelle sperimentazioni sono stati 2.735.887, mentre nel triennio 2007-2009 sono stati 2.603.671, con una riduzione di meno del 5%, ma con circa il raddoppio delle sperimentazioni in deroga nel corso dell’ultimo decennio, come risulta chiaramente dal seguente grafico (www.lav.it/uploads/71/35431_deroghe_grafici_2008_2009.pdf ):








Inserito: 30 dicembre 2011

Fondazione Hans Ruesch per una Medicina senza Vivisezione

www.hansruesch.net